(Teleborsa) - L’indebolimento della forza economica cinese, che ha spinto le autorità del dragone a svalutare fortemente la propria moneta per continuare a competere sui mercati internazionali, ha impattato negativamente sugli asset più rischiosi, con forti discese degli indici azionari che, per effetto domino, hanno provocato la caduta delle borse di tutto il mondo e ampliato la correlazione con l’oro, salito bruscamente ben oltre i 1.100 dollari l’oncia sui mercati USA.
"Tutto il mondo finanziario è preoccupato dalla Cina, che si è indebolita su diversi fronti”, ha dichiarato Mark Lister, responsabile della ricerca per la neozelandese Craigs Investment Partners. La prima lettura dei dati sull’economia cinese, nel mese di agosto, ha aggiunto ulteriori preoccupazioni a quella già manifestate sul rallentamento della crescita globale si sta aggravando.
La decisione di Pechino di svalutare la propria moneta, ha stimolato un'ondata di vendere sui mercati emergenti, alla cui disfatta si sono unite le negatività espresse dai mercati americani e le notizie poco rassicuranti sulla fiducia dei consumatori tedeschi, sulla caduta inaspettata dell’attività economica francese e sulla prima serie di poco rassicuranti rapporti della produzione europea.
Tutto ciò ha provocato una risposta scomposta dei mercati finanziari di tutto il mondo che hanno sacrificato oltre 2.200 miliardi di dollari di capitalizzazione, per l’intensa attività di vendita da parte degli investitori.