(Teleborsa) - La convinzione degli speculatori che il petrolio sia nella sua fase di debolezza più grande degli ultimi tre anni, ha portato il mercato dei futures verso livelli fortemente squilibrati.
La posizione netta rialzista per il West Texas Intermediate si è contratta del 28% nell'ultima settimana, secondo i dati diffusi dalla US Commodity Futures Trading Commission, scendendo al minimo degli ultimi due anni.
Le posizioni ribassista, invece, sono salite del 25%. Il prezzo del petrolio scambiato a New York è sceso di oltre il 20% dal suo massimo relativo di giugno, intercettando la percezione comune di un mercato orso acclarato.
Il calo, che ha portato i prezzi al minimo degli ultimi 13 anni, è stato guidato per la preoccupazione di un rallentamento della crescita economica in Cina e un dollaro più forte, che potrebbe penalizzare la domanda futura.
"L'offerta è ancora superiore a quella che sarebbe necessaria per riequilibrare il mercato", ha detto Katherine Spector, strategist per le materie prime presso CIBC World Markets. “Ad oggi osserviamo un graduale riequilibrio mondiale per il meccanismo di domanda e offerta, che potrebbe portare i suoi frutti tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2016”.
Il WTI è sceso del 5,1%, a 50,36 dollari al barile, sul New York Mercantile Exchange. Il contratto spot è sceso di 26 centesimi, 47,88 dollari al barile, sul mercato di Singapore, in apertura di settimana.