(Teleborsa) - Arrivate le motivazioni della sentenza choc della Corte Costituzionale, che sanciva l'illegittimità costituzionale del blocco dei contratti (stipendi) nel pubblico impiego.
Stando alle argomentazioni del giudici della Consulta, il blocco contratti nella Pubblica Amministrazione sarebbe illegittimo perché viola la libertà sindacale.
Va ricordato però che la Consulta ha gettato un'ancora al Governo, dopo il buco in bilancio creato dall'altra sentenza sulle pensioni, stabilendo che l'illegittimità vale per il futuro e non anche per il passato e, dunque, "a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione di questa sentenza nella Gazzetta ufficiale".
"Il blocco contrattuale sarebbe lesivo dei principi consacrati dagli articoli 35, primo comma, e 39, primo comma, della Costituzione - si legge nelle motivazioni - visto che andrebbe a detrimento dell'autonomia negoziale e della libertà sindacale riservata alle parti nell'ambito della contrattazione collettiva".
"Il blocco negoziale - sottolineano i giudici - è così prolungato nel tempo da rendere evidente la violazione della libertà sindacale", ecco perché, probabilmente, si è sancita l'illegittimità futura (il proseguimento della violazione) e non anche la condotta passata.
Inoltre, la Corte rileva che "la disciplina in esame discriminerebbe i lavoratori pubblici rispetto ai lavoratori privati e introdurrebbe disparità di trattamento arbitrarie anche tra le varie categorie di dipendenti pubblici".