(Teleborsa) - Il petrolio è sceso sotto 50 dollari al barile e l'oro viene scambiato a ridosso dei minimi degli ultimi cinque anni, dopo un sell-off generalizzato che ha coinvolto le materie prime in generale e spinto il relativo indice al livello più basso degli ultimi 13 anni.
Il petrolio americano, il West Texas Intermediate, è sceso fino a 49,97 dollari al barile e i futures sull’oro, sul mercato giapponese hanno accusato la nona seduta consecutiva al ribasso. Alla debacle delle materie prime, risponde il dollaro che tocca un massimo contro l’euro a 1,0809 e aggredisce lo yen, indebolito ancora nei confronti della valuta americana, a 124,23.
Le prospettive per i metalli preziosi e dei prezzi del petrolio, hanno rafforzato la tendenza dell'economia degli Stati Uniti, spingendo la Federal Reserve verso la decisione di aumentare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006.
La Banca Centrale australiana ha detto che i prezzi più deboli delle materie prima stanno probabilmente orientando la crescita economica del paese oceanico.
"Le materie prime dovranno affrontare fortissimi venti contrari”, ha detto Thomas Foss, presidente di Fross & Fross Wealth Management. "L'oro resta davvero una grande polizza assicurativa contro un dollaro in declino e un'economia in declino, ma ora non siamo in queste condizioni. Quando la Fed alzerà i tassi, vedremo una migrazione di investitori consistente dal reddito fisso al mercato azionario”.
Materie prime in rotta e tassi in aumento. Investitori a caccia di nuove opportunità
21 luglio 2015 - 10.27