(Teleborsa) - La Federal Reserve si conferma molto accomodante in materia di exit strategy, ribadendo che il primo rialzo dei tassi di interesse non tarderà ad arrivare.

E' questo, in estrema sintesi, quanto emerso nei Verbali del meeting del Federal Open Market Committee (FOMC, il braccio armato della Banca Centrale statunitense) del 16 e 17 giugno scorsi.

La maggior parte dei banchieri hanno concordato sul fatto che l'economia USA sta migliorando ma le condizioni per alzare i tassi di interesse non sono state ancora raggiunte. Quasi totale unanimità anche sulla necessità di raccogliere più informazioni prima di avviare l'uscita dall'era dei tassi a zero (iniziata nel 2008) mentre alcuni Governatori hanno chiesto di essere cauti nel prendere "decisioni premature".

Solo uno dei partecipanti si è detto pronto per un ritocco all'insù del costo del denaro già a giugno.

In generale, il mercato del lavoro sta continuando a migliorare e l'inflazione sta tornando vicino al target della Fed.

Ora a preoccupare la Banca Centrale più potente del mondo è la crisi greca. In occasione del meeting di metà giugno molti Governatori hanno sostenuto che i problemi di Atene avrebbero potuto portare al caos finanziario nell'Eurozona con possibili contagi anche negli Stati Uniti.

Resta dunque un mistero il timing dell'exit strategy. Secondo i Verbali il primo rialzo dei tassi potrebbe arrivare nelle prossime due riunioni anche se la Fed fa notare come i mercati abbiano già stabilito che il mese prescelto sarà settembre.

Molti analisti, tuttavia, cominciano a scommettere sul fatto che il costo del denaro resterà tra lo 0 e lo 0,25% fino a gennaio del 2016.