(Teleborsa) - "Senza un cambiamento fondamentale dell’offerta da parte dei creditori, Tsipras non avrà altra scelta che mantenere il suo sostegno ad un NO referendario, come ha peraltro annunciato venerdì scorso”, hanno scritto gli analisti di Barclays in una nota inviata ai propri investitori. "L’esito referendario è diventato ancora più importante, visto che Tsipras ha dichiarato pubblicamente che si sarebbe dimesso in caso di un SI. Il referendum è quindi divenuto la discriminante tra la permanenza della Grecia nell’euro e il futuro di Tsipras."

A Washington, il FMI sta ancora assorbendo il mancato pagamento di Atene di una rata da 1,5 miliardi di euro, scaduta ieri, che è la più grossa inadempienza quando l'istituto è stato creato, nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale. Il suo consiglio deciderà a breve se accogliere la richiesta greca di una proroga.

Almeno per ora i mercati suggeriscono che gli investitori sono fiduciosi sull’operato dei vertici europei a contenere i danni. L'euro è scambiato a 1,114 dollari, più o meno come prima dell'inizio dei negoziati e dopo il temporaneo crollo del 26 giugno.

Segnali tutto sommato positivi anche dal mercato obbligazionario, con aumenti in Spagna, Portogallo e Italia, che è riuscita a collocare agevolmente, malgrado rendimenti in sensibile aumento, poco meno di 7 miliardi di euro.