(Teleborsa) - Il blocco dei contratti della Pubblica Amministrazione è illegittimo ma non per il passato. Con questa sentenza la Corte Costituzionale ha salvato i casse pubbliche, nell'attesissima sentenza che avrebbe potuto mandare letteralmente in rosso i conti dello Stato.
Invece la Consulta, quasi a voler mettere al riparo in corner la tenuta dei conti pubblici italiani, evitando quanto accaduto dopo il pronunciamento sul blocco delle perequazione delle pensioni, ha messo nero su bianco che quanto sentenziato oggi non è retroattivo.
"La Corte costituzionale ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l'illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico - si legge nel comunicato - quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato. La Corte ha respinto le restanti censure proposte".
Qualche giorno fa l'Avvocatura dello Stato aveva lanciato un vero e proprio allarme sulla questione, dichiarando che l'eventuale ricorso dei dipendenti pubblici contro il blocco della contrattazione avrebbe avuto un costo sullo Stato di non meno di 35 miliardi di euro.
La parola passa ora al Governo: l'adeguamento dei contratti pubblici dovrebbe ripartire nel 2017, con un risparmio notevole rispetto a quanto avrebbe dovuto pagare, se il giudizio di illegittimità avesse avuto effetto retroattivo sugli oltre 3 milioni di statali attualmente in servizio.
Grande soddisfazione è stata espressa dai sindacati, che hanno subito chiesto un tavolo urgente per il rinnovo. "Giustizia è fatta ed è stata restituita ai lavoratori pubblici la dignità del proprio lavoro", ha commentato il segretario del sindacato dei dipendenti pubblici Flp Marco Carlomagno, aggiungendo "Ora il Governo non ha più scuse. Apra subito il negoziato e rinnovi i contratti".
Soddisfatto Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF, che molto si è battuto con io suoi legali, costituendosi anche in giudizio, per chiedere il rispetto della normativa comunitaria in materia. Secondo il leader sindacale, "si tratta di un aumento, in media, di 80 euro a dipendente. E vanno anche pagate le indennità di vacanza contrattuale, come è stato deciso per i giudici nel 2012, a differenza di quanto indicato nell'ultima Legge di Stabilità, la 190/2014, che ha bloccato stipendi e contratti pubblici per altri quattro anni". Qualche perplessità è stata espressa invece sull'altro elemento, la retroattività: "aspettiamo di capire per quali motivi la sentenza non è retroattiva", ha detto Pacifico..