(Teleborsa) - Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha quattro giorni di tempo per capitolare alle richieste dei creditori e tenere la Grecia nell’Euro, o prepararsi ad un disastroso divorzio.
La rottura dei colloqui a Bruxelles di ieri, classificano il prossimo incontro di lunedì come l’ultimo della saga che si è aperta nel 2009.
I debiti si accumulano e il rubinetto degli aiuti, chiuso oramai da dieci mesi, sta per essere definitivamente alienato.
"Questa settimana si decideranno le sorti di Atene”, ha detto Mujtaba Rahman, responsabile dell'analisi economica di Eurasia Group. “Non sappiamo poi cosa succederà”.
Che cosa succede se il raduno in Lussemburgo è un busto?
Una volta che la prospettiva di un negoziato di successo è miseramente sfumata, le probabilità che la Grecia saldi gli 1,7 miliardi di debiti con il Fondo Monetario Internazionale, si fanno molto remote, anche perché un default di Atene, renderebbe difficile il compito della Banca centrale europea di mantenere a galla il sistema bancario greco.
La BCE, che discuterà il futuro per la liquidità di emergenza da erogare ad Atene, è in forte imbarazzo, dato che l’accordo per il salvataggio della Grecia scade il prossimo 30 giugno.
Senza la generosità della BCE, Tsipras potrebbe essere obbligato ad imporre controlli sui capitali per mantenere moneta forte nel paese, visto che i risparmiatori stanno svuotando i loro conti bancari come mai prima d’ora.