(Teleborsa) - Le comunità spagnole in esilio a New York e a Parigi, hanno trovato una nuova causa da sostenere.
Con le loro fila gonfie di migliaia di cittadini costretti a lasciare la Spagna in cerca di lavoro durante la peggiore recessione dalla fine della dittatura, molti spagnoli all'estero stanno unendo le loro forze per sostenere dall'esterno gruppi di protesta come Podemos, sperando che il loro assalto alla costituzione spagnola creerà opportunità per tornare a casa.
Per molti emigranti, l'ultima ondata di partenze ha risvegliato ricordi di un periodo più oscuro della storia spagnola. Mentre gli esiliati di oggi spesso attribuiscono la colpa della cattiva gestione dell'economia ai governi democratici che si sono avvicendati negli ultimi anni, le stesse considerazioni vengono fatte anche dai vecchi emigranti, che hanno lasciato la Spagna nel primo periodo post-Franco, che aveva spinto parecchi spagnoli a trovare rifugio nel nord della Francia per la cattiva gestione dei primi governi democratici alla fine degli anni 70.
Molti spagnoli sono stati costretti a emigrare, non perché temessero per la propria vita, come avvenne durante la dittatura, ma a causa della cattiva gestione politica che segui l’avvento della democrazia.
Poco più del 5% dei circa 20 milioni di spagnoli registrati nelle liste elettorali pronti al voto delle regionali del 24 maggio, vivono all’estero, secondo l'Istituto Nazionale di Statistica spagnolo.
La crisi economica iniziata nel 2008 ha già costretto circa 340.000 spagnoli ad emigrare; il numero di persone che lasciano la Spagna aumenta ogni anno di circa 43.000 persone, irrobustendo le fila di chi, obtorto collo, cerca lavoro altrove, ma è pronto a ritornare.