(Teleborsa) - Per ordine del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, un commando di incursori americani ha colpito un punto ben preciso della Siria con l’obiettivo di eliminare un comandante dello Stato Islamico.
Il raid si è rivelato come una rara opportunità di azione supportata da servizi di intelligence, che avrebbero individuato, identificato e ucciso un uomo chiamato con il nome in codice “Abu Sayyaf”. L’uomo era responsabile di tutta l’attività di commercio di gas e petrolio, oltreché delle operazioni finanziarie per conto dell’Isis.
L’operazione è stata portata a termine con l’uccisione di una dozzina di militanti del gruppo jihadista, senza vittime statunitensi, coma hanno poi comunicato i funzionari dell'amministrazione americana.
La riuscita del blitz è sicuramente importante perché, come fanno rilevare gli analisti, può permettere di riempire un ricco dossier di intelligence per svelare che c’è dietro ai finanziamenti e alle comunicazioni dello Stato islamico.
"L’assalto in Siria è un cambiamento significativo nella strategia americana nella lotta all’Isis", ha detto Juan Zarate, ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente George W. Bush. "Vuol significare che gli attacchi aerei non sono più sufficienti. Siamo più attivamente coinvolti e abbiamo messo un piede sul terreno”.
Venerdì, qualche ore prima del raid USA in Siria, i militanti di Stato islamico hanno conquistato la città di Ramadi, nell'Iraq occidentale. Il gruppo ha anche pubblicato una registrazione audio che comunica il grave ferimento del suo leader ispiratore, Abu Bakr al-Baghdadi, in un attacco aereo dello scorso marzo.