(Teleborsa) - Via libera dalla commissione Cultura della Camera al ddl scuola, che sarà in aula domani, e che sembra non risolvere ancora il nodo precariato. Le modifiche apportate, spiega il giovane sindacato della scuola Anief, non risolvono la piaga del precariato scolastico italiano.
L’unica mezza soluzione che arriva dagli emendamenti approvati è per gli gli idonei all'ultimo concorso. Tra le tante tipologie di supplenti esclusi, ci sono oltre 30mila delle GaE, in particolare maestri dell’infanzia a primaria. Disco rosso anche per i 50mila diplomati magistrali. Anche gli Ata collocati tra gli “invisibili”.Il risultato è che a settembre, ammesso che si attui il piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla riforma, gli uffici scolastici territoriali dovranno sottoscrivere non meno di 100mila contratti annuali o fino al 30 giugno 2016.
“Eppure la Corte di Giustizia europea ha detto a chiare lettere che questi precari non hanno nulla di meno degli altri – ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché non sono figli di un dio minore. Considerando che quel parere, espresso a fine novembre, non può essere sovvertito dai tribunali nazionali, non si comprende perché Governo e Parlamento continuino a perseverare nell’errore. Così facendo, tra l’altro, condannano lo Stato, con i suoi cittadini, ad esporsi al pagamento di ingenti somme risarcitorie nei confronti dei precari danneggiati dalla mancata stabilizzazione”.
Riforma scuola, ok dalla Commissione Cultura. Sindacati insoddisfatti sul nodo precari
13 maggio 2015 - 12.59