(Teleborsa) - Un’imbarcazione con 700 migranti a bordo che cercavano rifugio verosimilmente a Lampedusa, si è capovolta a circa 61 miglia nautiche a nord delle coste libiche, alimentando l’ipotesi della più grande tragedia mortale avvenuta nel Mar Mediterraneo.
Attualmente, oltre a navi mercantili fatte convergere sul luogo della tragedia, sono la Marina Militare italiana e quella maltese, interessate maggiormente nell’attività di ricerca e soccorso dei naufraghi.
Il premier Matteo Renzi ha detto che sono stati recuperati 28 corpi, oltre a 49 persone salvate. “Il numero è destinato inesorabilmente ad aumentare”, ha detto Renzi.
Gli ha fatto eco il primo ministro maltese, Joseph Muscat, che in una intervista telefonica ha detto, "Se confermato, questo sarebbe la più grande tragedia mai accaduta nel Mediterraneo che coinvolge i migranti in fuga dalle aree destabilizzate dalla guerra e dalla poverà. A nessuno dovrebbe essere consentito di morire in questo modo”.
Il premier maltese ha poi detto che lui e Renzi avrebbero concordato di chiedere un urgente vertice dell'Unione europea, sui migranti che viaggiano attraverso il Mediterraneo.
L'Italia è il paese nella più difficile posizione logistica perché sottoposta ad un’ondata senza precedenti di migranti e rifugiati provenienti dall'Africa e dal Medio Oriente, che si imbarcano sulle carrette del mare sulle coste libiche, pagando trafficanti in grado di traghettarli sulle coste italiane, per cercare un rifugio in Europa.
Un funzionario militare maltese ha confermato le notizie italiane, che i 700 migranti naufragati per il capovolgimento dell’imbarcazione, avevano lasciato il porto libico di Zuara.
Ecatombe di migranti nel Mediterraneo. Si temono 700 vittime
19 aprile 2015 - 21.01