(Teleborsa) - Il presidente della BCE, Mario Draghi, terrà oggi una conferenza a Francoforte, circa un’ora dopo aver presieduto il Consiglio direttivo sui tassi di interesse.

La BCE ha iniziato i suoi grandi acquisti di obbligazioni sovrane nel mese di marzo, dicendo che all’inizio di Aprile le Banche Centrali nazionali avevano drenato complessivamente circa 61,7 miliardi di titoli governativi e del settore pubblico. Con un rinvigorimento della ripresa economica e con dati rivisti alla mano, nel corso della conferenza odierna, Draghi avrà la possibilità di ribadire l’efficacia del QE da lui pianificato, vantandone gli effetti positivi ad appena cinque settimane dal suo inizio.

L’ottimismo quindi sembra pervadere gli ambienti della BCE, tanto che al presidente dell'Eurotower potrebbe venir chiesta la possibilità di una rapida uscita dal programma. Yves Mersch, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale Europea, ha accennato a questa possibilità in un'intervista dello scorso aprile, ma ha anche detto che gli acquisti, in termini dimensionali, possono anche essere estesi, se necessario.

L’interrogativo è se le previsioni della BCE siano troppo ottimistiche.

L'istituto guidato da Draghi, prevede che l'inflazione salirà all’1,8% nel 2017, in linea con il mandato della Banca Centrale e di poco inferiore al 2%. Draghi ha sottolineato che la previsione verrà centrata nella piena attuazione del programma di acquisto di obbligazioni. Un report della riunione del 4-5 Marzo, suggerisce che i responsabili della politica monetaria dell’Eurozona possono trattare cautelativamente la proiezioni con un certo margine di tolleranza, dato che i numeri sono soggetti ad una maggiore incertezza.

La persistente debolezza dell'inflazione core, che sconta fattori a maggiore volatilità come l'energia e l’alimentare, è motivo di preoccupazione. Sarà in grado la BCE di trovare abbastanza risorse per comprare?

Gli investitori temono che il divieto auto imposto della BCE per l'acquisto di bond con i rendimenti al di sotto del tasso di deposito, attualmente fissato a meno dello 0,2%, porterà a una drastica riduzione del mercato obbligazionario, visto che i rendimenti sulla parte lunga della curva continuano a cadere.

Tanto per fare un esempio le obbligazioni tedesche con scadenze fino a 4 anni, producono attualmente meno dello 0,2% e alcune obbligazioni a breve scadenza italiane e spagnole hanno rendimenti negativi.

Finora Draghi ha ripetutamente respinto tali preoccupazioni. "Non ci sono segni di una penuria di titoli e liquidità e il mercato rimane ampio", ha detto ai politici italiani lo scorso 26 marzo.