(Teleborsa) - Il governo di Atene ha inviato Bruxelles l'elenco dei provvedimenti da attuare a brevissimo, per lo sblocco di ulteriori aiuti, in deroga alla scadenza del 28 febbraio prossimo. Via libera da Bruxelles quindi, anche se i giudizi in seno all'Unione non sono concordi.
Per Atene si apre così uno spiraglio. Altri quattro mesi “d’aria” di sostegno internazionale, in attesa di pianificare un nuovo pacchetto completo di riforme. Come noto, servirà poi l’approvazione dei singoli Parlamenti nazionali per ratificare l’accordo e ufficializzare l'estensione del programma di aiuti.
Atene ha messo nero su bianco un programma basato su quattordici punti che saranno di natura politica, fiscale ed economica, per stimolare in maniera robusta la crescita.
Tsipras ha denunciato una grave emergenza umanitaria. Su questo fronte saranno assicurati buoni pasto, energia e sanità per i poveri, oltre a definire uno schema di salario minimo garantito. Questo ultimo punto rientra in un programma più articolato sulla riforma del lavoro che sarà fatto consultando le istituzioni europee. Il Governo specifica che "la lotta alla crisi umanitaria non avrà effetti negativi per il bilancio".
Sul piano fiscale la promessa è di combattere l'evasione, il contrabbando e la corruzione. Questo pacchetto porterebbe nelle casse dello Stato circa 7 miliardi di euro. Sul fronte delle imposte si pensa a una revisione dell’Iva, purché non impatti negativamente sulla giustizia sociale. Altra forma di mutuo soccorso potrebbe rivelarsi la tassa patrimoniale, che graverà sulle classi più abbienti del paese.
Per la crescita si è rispolverato il progetto privatizzazioni, con la vendita dei gioielli di stato. In sintesi la Grecia si impegna a non ritirare le privatizzazioni già completate e a rispettare, in base alla legge, quelle per cui è stato lanciato il bando.
"Dal punto di vista della Commissione, la lista è abbastanza esaustiva, tanto da essere un valido punto di partenza per una conclusione di successo del progetto di riforma”, aveva sottolineato fin dalla ricezione del testo il portavoce di Bruxelles Jeroen Djissembloem. "Siamo decisamente incoraggiati dal forte impegno a combattere l'evasione fiscale e la corruzione".
Resta guardinga la Germania. Martin Jaeger, portavoce del ministro del super ministro delle finanze tedesco Schaeuble, ha fatto sapere che “la lettera di Atene non conduce a soluzioni sostanziali”.