(Teleborsa) - E' deflazione conclamata in Italia, dove alla debolezza della domanda, si è aggiunta la pressione al ribasso esercitata dal crollo dei prezzi energetici. Lo ha confermato questa mattina l'Ista, pubblicando il dato definitivo sui prezzi al consumo, che ha evidenziato un calo dello 0,4% su mese e dello 0,6% tendenziale. L'inflazione è ai minimi dal 1959.
Se i prezzi dell'energia sono a picco, quelli degli alimentari registrano improvvise impennate. I prezzi degli alimentari, infatti, fanno segnare una crescita congiunturale dello 0,6%, in base ai dati Istat, mentre quelli dei vegetali freschi sono balzati del 6,8%, secondo un'analisi di Coldiretti. E' l'effetto di situazioni tese, come quella dell'olio d'oliva, che risponde ad un crollo dlela produzione nazionale sui minimi storici.
Secondo la Coldiretti, tuttavia, solo i prezzi al consumo reagiscono a fattori contingenti, mentre la deflazione è una realtà a livello di prezzi pagati agli agricoltori alla produzione, che rimangono bassi e mostrano un calo dell’1,2% a gennaio rispetto all'anno precedente.
Secondo l'Ufficio studi Confcommercio, "prezzi decrescenti, per un periodo limitato, se non intaccano negativamente le aspettative delle famiglie, possono costituire un valido contributo al sostegno del potere d'acquisto, irrobustendo l'effetto sulla crescita proveniente dalla produzione industriale e dalle esportazioni". Tuttavia, per una reale uscita dalla recessione è "prioritario che i consumi tornino su un deciso sentiero di crescita".