(Teleborsa) - I fornitori di greggio americani, malgrado le sanzioni imposte a Mosca, sono ancora in grado di esplorare la Russia artica, perché le norme sanzionatorie non si applicano alle società che ricadono sotto la legislazione americana, ma residenti all’estero.
Le texane Schlumberger e Baker Hughes hanno usato le proprie controllate basate fuori dagli Stati Uniti per il business condotto in Russia.
I progetti offshore nell'Artico russo, sono tra quelli presi di mira dagli Stati Uniti e nelle sanzioni europee contro l'industria petrolifera russa.
Non ci sono aziende che hanno rotto le regole e nessuna delle offerte ha avuto successo. Tuttavia, l'uso di società per aggirare legalmente i limiti imposti dalle sanzioni, solleverà domande e polemiche circa l'efficacia delle misure imposte per punire la Russia, limitando il coinvolgimento occidentale nel suo settore più importante.
Bid, società russa controllata da Schlumberger, ha indetto una gara d’appalto per la fornitura di fluidi per la perforazione, legata ad un progetto off-shore gestito nell’artico OAO Gazprom Neft, società statale russa. Nel mese di novembre, Baker Hughes e un'altra società con sede a Panama controllata da Schlumberger, aveva offerto anch’essa servizi di perforazione.
“Tutto ciò è possibile perché le filiali internazionali non sono soggette alle sanzioni”, ha detto Alexander Bychkov, partner presso la sede di Mosca dello studio legale Baker & McKenzie.
“L'uso delle controllate estere è comunque rischioso per le società coinvolte”, ha detto Christopher R. Muro, esperto di commercio internazionale presso lo studio legale Pillsbury Winthrop Pittman, parlando in generale sull'argomento.
La sanzioni alla Russia favoriscono poche società, quasi tutte americane
17 febbraio 2015 - 12.17