(Teleborsa) - C'è un settore dell'economia italiana che non solo non conosce crisi, ma ha anche lo stesso passo da Nord a Sud: quello delle startup innovative.
"Trento come Napoli, Cagliari al pari di Padova. Il Mezzogiorno allo stesso livello del Centro e solo un piccolo passo dietro il Nord. Su una cosa l’Italia dalle diverse velocità ritrova lo stesso passo: si chiamano startup innovative, sono ormai più di 3.200 e aumentano a una velocità esponenziale. E lo fanno non solo a Milano (dove sono 470), Roma (270) o Torino (174), ma anche nelle province più piccole, come Trento, o con maggiori problemi di sviluppo, come Napoli, dove se ne contano in entrambi i casi 96", fa sapere Unioncamere, spiegando che a fine gennaio 2015, le start up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese erano oltre 3.200.
Oltre tre quarti di queste imprese lavora nel settore dei servizi, poco più del 18% nell’industria e il 4% nel commercio.
Più nel dettaglio, quattro imprese su 10 operano nelle attività terziarie più fortemente legate alle nuove tecnologie (produzione di software, consulenza informatica e servizi di informazione), mentre una quota del 16,7% si occupa di ricerca&sviluppo. All’interno del settore manifatturiero, la prevalenza va all’ICT, ossia a quei comparti che sviluppano la parte hardware (fabbricazione di computer) e le altre tecnologie di base (strumentazioni elettriche ed elettroniche).
Stentano ancora a decollare l’energia e il sociale, due campi che il legislatore ha privilegiato riservando loro ulteriori incentivi.
Le startup giovano anche al mercato del lavoro: tre realtà su 4, infatti, hanno la ferma intenzione di accrescere il proprio personale nel corso del 2015. Lo cercano, però, di profilo altamente qualificato, prevalentemente con formazione ingegneristica e scientifica, e già sanno che, in 6 casi su 10, avranno enormi difficoltà a trovare la persona giusta.