(Teleborsa) - Il calo del petrolio ha reso il settore dell'energia un "grande" investimento per le società di private equity, anche se il 2014 è stato molto doloroso per i loro conti.
Oltre una dozzina di società, tra le quali Apollo Global Management, Carlyle, Warburg Pincus e Blackstone, hanno perso complessivamente quasi 12 miliardi dollari, investendo in 27 società produttrici, nell'ultimo semestre di quest'anno, cioè da quando il prezzo del greggio ha ripiegato dai massimi segnati il 19 giugno. Le azioni delle società con esposizione sull'energia sono crollate, così come i prezzi delle obbligazioni.
"E 'stato un periodo molto volatile pilotato dal più forte produttore dell'OPEC, l'Arabia Saudita" ha detto Francisco Blanch, capo della ricerca globale delle materie prime a Bank of America Corp. "Questa è una battaglia che vincerà chi sarà in grado di resistere".
Va ricordato che il Brent, benchmark di riferimento per i due terzi dell'offerta petrolifera mondiale, è crollato del 47% a circa 61 dollari segnati la scorsa settimana, dal suo picco di giungo segnato a 115 dollari al barile. L'OPEC, che fornisce il 40% della produzione mondiale, si è astenuta dal frenare la produzione, per contrastare l'imponente ascesa della produzione americana fatta con tecnologia "shale" ed estrazione dalle sabbie.
Kosmos Energy, Antero Resources, EP Energy Corp, Laredo Petroleum e Sandridge Energy, tutte società produttrici quotate e sostenute finanziariamente da società di private equity, come loro principale azionista, sono diminuite di una media del 50%.
Warburg Pincus è azionista di riferimento in Kosmos, Antero e Laredo. Apollo è il più grande investitore in EP Energy e Carlyle, tramite un proprio partner, possiede la più grande partecipazione in Sandridge.