(Teleborsa) - Svolta storica nei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. Dopo 50 anni di embargo e nervi tesi, cade la cortina innalzatasi ai tempi della Guerra Fredda.
Una cortina "ormai vecchia", perché "todos somos americanos", come ha spiegato il Presidente USA Barack Obama in un discorso preannunciato prima da una email inviata ai giornalisti dalla Casa Bianca, poi da un tweet.
The President ha detto che tanti anni di embargo non sono serviti a nulla, e che pertanto "da oggi cambieranno i rapporti tra il popolo americano e quello cubano".
Il primo passo sarà il ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, compito che sarà affidato al Segretario di Stato John Kerry e svolto in tempi rapidi.
Il secondo step sarà quello di chiedere al Congresso di rimuovere l'embargo.
Intanto, cadranno molte restrizioni suoi viaggi e le transazioni monetarie, e sarà più facile lo scambio di informazioni tra USA e Cuba, anche perché Obama cercherà di portare Internet sull'isola caraibica liberalizzando gli investimenti nelle telecom.
Cos'ha generato questa svolta? La decisione di Cuba di rilasciare il contractor americano Alan Gross, attualmente detenuto in un carcere cubano, in cambio della liberazione, da parte di Washington, di tre agenti cubani accusati di spionaggio. E un colloquio di 45 minuti tra Obama e Raul Castro, che giusto un anno fa si strinsero la mano in occasione della commemorazione di Nelson Mandela. Ma il merito va anche a Papa Francesco, che ha svolto un ruolo importante nel riavvicinamento tra i due ex "nemici", come spiegato da Obama e poi ribadito da Raul Castro. In un discorso iniziato subito dopo quello di Obama, il leader cubano ha ringraziato anche il Governo del Canada "per il modo in cui ha facilitato il dialogo di alto livello tra i due Paesi".
Castro ha però tenuto a precisare che il ristabilimento dei rapporti diplomatici non risolvono il problema principale,ossia quello dell'embargo.