(Teleborsa) - La Banca Centrale della Russia corre nuovamente in soccorso del rublo con un'azione drastica dell'ultimo minuto. In un comunicato pubblicato dopo la mezzanotte (ora di Mosca) l'Istituto centrale, più volte criticato di aver condotto ad oggi solo azioni blande per contrastare il crollo dell valuta domestica, ha deciso di alzare ancora i tassi di interesse dal 10,5% al 17%. L'ultimo ritocco all'insù risale ad appena 4 giorni fa.
Anche il repo rate, ossia il tasso delle operazioni principali con cui le banche prendono a prestito dalla Banca Centrale fornendo collaterali, fa un bel balzo avanti passando dall'11,5% al 18%.
La Bank of Russia ha chiaramente spiegato di aver aumentato i tassi di 650 punti base per "limitare la svalutazione del rublo e i conseguenti rischi inflattivi, cresciuti in maniera preoccupante".
Ieri la divisa russa ha messo a segno la maggior discesa giornaliera dal 1999. Tra le cause di questa discesa, oltre ai timori per le ripercussioni delle sanzioni imposte dall'Occidente a Mosca per il suo coinvolgimento della crisi ucraina, vi è anche l'attuale collasso dei prezzi del petrolio.
La Banca Centrale ha calcolato che la caduta del rublo e del petrolio potrebbero causare, il prossimo anno, una contrazione del PIL del 4,7%.