(Teleborsa) - Il petrolio ieri ha preso una nuova batosta, sulle voci che l’Opec ha ridotto la sua stima sulla domanda di greggio per il 2015, sulla notizia che il Kuwait ha offerto nuovi sconti ai clienti asiatici e sui dubbi espressi dal ministro del petrolio saudita sull’effettiva necessità di tagli alla produzione.
"Perché dovremmo tagliare la produzione?", ha detto Ali Al-Naimi, ministro del petrolio dell'Arabia Saudita, rispondendo ai giornalisti a Lima, dove sta partecipando ai negoziati sul clima promossi dalle Nazioni Unite. "Questo è un mercato e noi stiamo vendendo in questo mercato. Perché dovremmo tagliare?"
L'Opec ha tagliato di circa 300.000 barili al giorno le previsioni sulla produzione di greggio per il 2015, portandola a poco meno di 28,9 milioni, cioè sui minimi dal 2003.
Tre dei più grossi produttori dell’Opec, l'Arabia Saudita, Iraq e Kuwait, stanno offrendo petrolio ai compratori asiatici, con forti sconti, a prezzi che non si vedevano da almeno sei anni.
Il Brent, punto di riferimento internazionale, è aumentato ieri di 51 centesimi, a 64,75 dollari al barile, sulla piazza di Londra. Il West Texas Intermediate è invece salito dello 0,9%, a 61,47 dollari.
Un funzionario del ministero dell’energia iraniano, il 9 dicembre, ha avvertito che i prezzi potrebbero scendere a 40 dollari al barile.