(Teleborsa) - Il commissario straordinario per la spending review Carlo Cottarelli, nominato dal governo Letta nel 2013, si prepara a dire addio al suo ufficio di Via XX settembre, ma prima di tornare al FMI, da dove era arrivato, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Lo fa in una intervista a la Stampa, in cui parla dei problemi incontrati dal suo team nel confrontarsi con la burocrazia che attanaglia il Paese.

Ormai tutto è pronto per la sua partenza per Washington, ma Cottarelli ripercorre le tappe fondamentali del suo breve mandato, che è durato solo un anno, anche se ad un certo punto era stato esteso a tre. Problemi con Renzi che non ama i tecnici? Cottarelli ammette di esser rimasto egli stesso sorpreso quando Letta decise di dare l'incarico ad un esperto.

Quanto ai risultati del suo lavoro, Mr Spending Review non sembra particolarmente soddisfatto ed imputa il fallimento alla troppa burocrazia. "In Italia si fanno troppe leggi. Ogni settimana si sente l'urgenza di scriverne qualcuna", sentenzia Cottarelli, affermando "Più ce ne sono, più è difficile applicarle, maggiore è il livello di discrezionalità". La ricetta per il successo? Cottarelli ne cita solo una: "cambiare la testa di chi scrive le leggi".

Alla domanda se fosse pessimista sul futuro dell'Italia, Cottarelli ha risposto di no, ricordando che "le cose cambiano" anche se lentamente. Poi, l'ormai ex commissario ha citato alcuni dati definendoli "ottimi": fra il 2009 e il 2012 la spesa pubblica dello Stato è scesa del 10%, quella dei Comuni dell'8% e quella delle Regioni del 16%; solo la spesa sanitaria è rimasta costante.