(Teleborsa) - Scoppiano le prime "rivolte" contro la Legge di Stabilità approvata ieri sera dal Consiglio dei Ministri.
A scendere in campo, preoccupate dai tagli ai servizi, sono le Regioni. "Sui tagli ai servizi ai cittadini che saranno provocati dalla legge di stabilità le Regioni chiedono un incontro urgente al Governo per affrontare una serie di temi, in particolare per l'impatto sulla sanità", ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, nel corso della conferenza stampa dedicata proprio alla manovra economica del Governo.
"E' mancata la leale collaborazione istituzionale", ha spiegato Chiamparino, aggiungendo che la Conferenza delle Regioni chiede un incontro urgente al Governo "per affrontare una serie di temi e ricostituire un rapporto di leale collaborazione".
"E' tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità: dei 4 miliardi di tagli, 3 saranno sulla sanità. Il resto ricade sul trasporto pubblico che si basa sulle entrate delle Regioni", ha dichiarato invece la numero uno del della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Voci contrarie si sono levate anche dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "il Veneto non taglierà un euro del suo bilancio, e men che meno toccherà la sua sanità di eccellenza, finché non vedremo che altrove ne saranno stati tagliati 10 o 20. E allora non ci sarà bisogno d'altro", le sue parole.
Ad ogni modo, una risposta del Governo c'è stata: il Sottosegretario, Graziano Delrio, ha scritto su Twitter: "incontriamo volentieri presto il Presidente della Conferenza".
Decisamente diversi i toni usati dal Premier Matteo Renzi: "Una manovra da 36 miliardi e le Regioni si lamentano di 1 in più? Comincino dai loro sprechi anzichè minacciare di alzare le tasse", il suo tweet.