(Teleborsa) - L'ipotesi di abolizione dell'articolo 18 crea non pochi disappunti nel mondo politico e non solo, ma soprattutto all'interno del Partito democratico.
Il presidente Pd, Matteo Orfini critica duramente il provvedimento e chiede "correzioni importanti al testo". Anche Pier Luigi Bersani torna all'attacco e parla di "intenzioni surreali" dell'esecutivo rilanciando: "il governo chiarisca in Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie". Pronta la replica del ministro Giuliano Poletti che chiude le polemiche: "Non è previsto che il Governo faccia correzioni sul testo, adesso c'è il lavoro parlamentare" e aggiunge di essere "fiducioso" che il testo passi in Parlamento.
Dalla Commissione è arrivato il primo via libera, all'emendamento che introduce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, aprendo così la strada alle modifiche sull'articolo 18.
Soddisfatto il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, secondo il quale l'approvazione è il completamento del lavoro degli ultimi 15 anni. "Sono fiducioso si rispettino i tempi. Mi auguro che entro novembre si approvi la delega ed entro dicembre i primi decreti delegati".
Diversa l'opinione del Movimento 5 Stelle e di SEL (Sinistra Ecologia Libertà) che hanno deciso di abbandonare i lavori della commissione Lavoro del Senato prima del voto. "Non accettiamo deleghe in bianco e come opposizione non stiamo ai loro giochi. Non c'è una discussione vera e hanno dato parere negativo a tutti i nostri emendamenti. Stanno facendo una pseudo-riforma che priva di qualsiasi tutela i lavoratori".
In fermento anche i sindacati che si dicono pronti allo sciopero se non ci sarà modo di confrontarsi con il governo. "Lo sciopero generale? Vedremo" ha detto il leader della Cgil, Susanna Camusso aggiungendo: "Bisogna chiedere all'esecutivo se c'è ancora spazio per un confronto o se invece si preferisce percorrere scorciatoie". "Nei prossimi giorni ci incontreremo con Cisl e Uil e valuteremo quali saranno le nostre risposte alle scelte del Governo. La nostra priorità è e resta quella di superare la precarietà e il dualismo nel mondo del lavoro" ha rilanciato Camusso.