(Teleborsa) - C'è una folta schiera di persone, in Europa, che seguirà con estrema attenzione il Referendum secessionista in Scozia: quella appartenente alla Comunità catalana.

La Catalogna, ricca e popolosa comunità autonoma spagnola con capitale Barcellona, insegue da anni il sogno di separarsi dal Governo centrale al punto che, seguendo le orme di Salmond & compagni, ha indetto per il 9 novembre un Referendum secessionista. Come prevedibile, il risultato del voto in Scozia potrebbe influenzarne fortemente l'esito.

Da parte loro, gli indipendentisti catalani sono agguerritissimi. Lo scorso giovedì, in occasione della Giornata Nazionale della Catalogna, migliaia di persone, guidate dal Presidente del Parlamento regionale Artur Mas, si sono radunate nelle vie centrali di Barcellona sventolando la bandiera giallorossa della propria comunità e formando una gigantesca "V" umana di "voto" e "vittoria".

Tuttavia tra la Scozia e la Catalogna c'è un'enorme differenza. Il Governo centrale britannico, pur opponendosi pubblicamente alla secessione, riconoscerà qualunque esito della consultazione. Madrid, invece, continua a ribadire che i sogni separatisti dei catalani violano la Costituzione. Pertanto, se nel Referendum di novembre vinceranno i "sì" non cambierà nulla perché la consultazione è illegale. Illegale ma con un peso importante, ovviamente. La corrente indipendentista avrebbe infatti i numeri per portare avanti la sua battaglia. Battaglia che si preannuncia aspra perchè la Catalogna è il motore dell'economia iberica. Difficilmente il Governo Centrale la lascerà andare.