(Teleborsa) - Dopo un lungo braccio di ferro e con il supporto della Corte federale, il presidente iracheno Fouad Masoum ha dato mandato al vice Presidente del Parlamento, al-Abadi, di formare un nuovo governo e trovare una soluzione che ponga fine alla situazione di stallo politico che da oltre tre mesi immobilizza il paese e, di fatto, ha permesso agli insorti islamici di impossessarsi di vaste aree dell'Iraq.
La proposta ha trovato velocemente il consenso degli Stati Uniti ma il primo Ministro iracheno, Nouri al-Maliki, ha respinto l’idea di Masoum, ponendo le basi per un ulteriore stallo politico e, potenzialmente, un confronto, dopo che lo stesso Maliki ha inviato il proprio esercito nelle strade di Baghdad.
Gli Stati Uniti e i partiti politici iracheni accusano le politiche divisorie e settarie di Maliki per aver prestato il fianco per l'attacco nel nord dell'Iraq, da parte del gruppo militante sunnita, "Stato Islamico".
Il presidente Barack Obama, dal canto suo, ha legato l’intervento degli americani contro il gruppo separatista di al-Qaeda, alla formazione di un governo più rappresentativo rispetto a quello attuale.
Il rifiuto di Maliki alla nomina di Abadi, di religione sciita, potrebbe portare a conflitti più aspri e violenti all'interno del gruppo di maggioranza religiosa del paese.