(Teleborsa) - L’augurio del presidente Barack Obama, è quello di avere presto in Iraq un governo più inclusivo delle minoranze etniche, dopo che nemmeno settimana scorsa, in parlamento a Baghdad, si è avuta la rottura dello stallo che sta caratterizzando i lavori parlamentari proprio sulla nomina del prossimo primo ministro.

Prima di partire per una breve vacanza, Obama ha delineato con il suo staff la formazione di un nuovo governo in Iraq, come condizione per ottenere il supporto degli Stati Uniti nella lott contro i militanti dello Stato islamico. "Siamo in grado di condurre attacchi aerei, ma alla fine non c'è un’intenzione delle violenze e non ci deve una soluzione militare americana a questo problema", ha detto Obama ai giornalisti presenti alla Casa Bianca. "Fino a quando ci sarà un governo iracheno legittimo non ci sentiremo impegnati a fornire una soluzione al problema Iraq".

Il parlamento di Baghdad si aggiornerà il prossimo 19 agosto. Il primo ministro Nouri al-Maliki sta cercando un terzo mandato tra le accuse dei politici curdi e sunniti, oltre che da alcuni ex alleati sciiti, di favorire una divisione, governo settario che ha alimentato il supporto per il gruppo separatista di al-Qaeda noto come il Stato islamico. Gli Stati Uniti vorrebbero l’estromissione di Maliki, ma senza dirlo esplicitamente.

"Ogni giorno che passa si rafforza la linea politica di Nouri al-Maliki," ha dichiarato Kenneth Pollack, professore al Centro per la Politica mediorientale presso la Brookings Institution di Washington. "Il suo gioco è quello di trascinare le cose e dimostrare che nessun altro può essere primo ministro