(Teleborsa) - E’ partita la battaglia per la riforma del Senato e del titolo V della Costituzione (rapporto fra Stato e Regioni) con un’animata discussione in Commissione Affari Costituzionali, su emendamenti e sub-emendamenti.
Il Governo, fermo nell’approvare la riforma al più presto, deve contrastare le opposizioni, che danno battaglia e chiedono modifiche, così come la minoranza del Pd che chiede modifiche in alcuni punti. FI è divisa.
Vannino Chiti, del PD, contesta nello specifico l’elezione indiretta dei senatori e propone un sub-emendamento per l’elezione affidata ai cittadini. Altro punto critico della riforma resta l’immunità dei senatori, introdotta in seconda battuta per accordo tra i relatori, ma non importante per l’esecutivo.
La maggioranza, comunque, sembra tenere, respingendo i primi emendamenti al progetto di riforma costituzionale del governo, modificato con la proposta dei relatori Finocchiaro e Calderoli, che si sono visti prima della votazione per fare il punto della situazione.
Le richieste di modifica, sulle quali il governo e i relatori avevano espresso parere negativo, sono state bocciate in Commissione Affari Costituzionali con 15 voti contro 11.
I senatori di FI, tranne Minzolini, hanno votato contro. I punti più controversi della riforma verranno invece votati oggi. Il M5S ha infine ritirato un emendamento sull’elezione dei senatori a suffragio universale.