(Teleborsa) - Mentre si avviano al termine le trattative per la nuova presidenza della Commissione europea, l'organo di governo europeo, il mediatore "ufficioso" delle nomine, il Presidente del Consiglio europeo uscente Herman Van Rompuy sta già mettendo a punto il documento che guiderà l'azione europea nei prossimi mesi.
Già il titolo del documento - "Agenda for the Union in times of change" - è piuttosto rivelatore, giacche il focus si sposta dall'austerity "tout court" alla crescita ed all'occupazione, accogliendo la proposta italiana (ed in parte francese) di dare una "sterzata" alla politica europea, sino ad oggi troppo incentrata sul rigore di bilancio e sull'obiettivo di riduzione del debito.
Non che questa direttrice sia stata abbandonata, ma le maglie si sono allargate, cosicché la nuova politica europea tenterà di proseguire sulla via del risanamento, cercando allo stesso tempo di sollecitare gli investimenti e, a casata, la crescita e l'occupazione (proprio qualche giorno fa è stato rinviato un summit europeo sul mercato del lavoro, proprio per attendere la nomina della nuova commissione).
Un po' quello che il Premier Matteo Renzi era andato a chiedere a Bruxelles, qualche tempo fa, e che viene condiviso da tutti i Paesi che hanno risentito delle misure di austerità, rivelatesi pro-cicliche e, dunque, benzina per la recessione.
Assieme a Van Rompuy sono sul documento gli sherpa delle cancellerie europee, mentre da Roma arriva un via libera di massima, anche se il Governo Renzi sta puntando i piedi per ottenere un mercato unico dell'energia e maggiore spazio per gli investimenti privati.
Quanto al rigore, non si parla tanto di "flessibilità", giacché il termine un po' vago si presterebbe ad una moltitudine di interpretazioni, forse troppo arbitrarie, quanto piuttosto di rendere attivi i "margini di manovra" già consentiti dal patto di stabilità e crescita per le riforme.