(Teleborsa) - Nessuna mobilità obbligatoria né esuberi, ma un ricambio generazionale che potrebbe sbloccare 15 mila posti di lavoro.

Dopo giorni di rumors, smentite e polemiche e una lunga consultazione con i cittadini la riforma della Pubblica Amministrazione ha visto la luce venerdì sera in occasione del tanto atteso Consiglio dei Ministri presenziato anche dal Premier Renzi, da poco rientrato dal tour in Asia.

Tra le "misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese" approvate dal plenum dei Ministri campeggia il disegno di legge delega per la riforma della Pubblica Amministrazione.

In prima fila le disposizioni per il ricambio generazionale con il provvedimento che introduce la revoca dei trattenimenti in servizio al fine di "consentire l'ingresso di giovani generazioni" nella PA. Una misura, questa che creerà 15 mila posti, come spiegato in conferenza stampa da Renzi.

Sempre nell'ottica di un ricambio generazionale e di rendere possibile nuova occupazione, viene poi semplificato e reso più flessibile il turn over.

Per quanto riguarda la dibattuta mobilità, sono state varate nuove disposizioni" perché le amministrazioni possano ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento".

A proposito di prerogative sindacali, a decorrere dal 1° agosto 2014, i contingenti complessivi dei distacchi al personale delle pubbliche amministrazioni sono ridotti del 50% per ciascuna associazione sindacale "ai fini della razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica".

Nella riforma finiscono anche i magistrati. Oltre ai provvedimenti per evitarne la vacanza, il disegno di legge dispone che i magistrati amministrativi, ordinari, contabili e militari non potranno ricoprire incarichi dirigenziali nella P.A. facendo ricorso all'istituto della aspettativa.

Divieto di incarichi dirigenziali anche a soggetti in quiescenza: il testo spiega infatti che è fatto divieto di assegnare incarichi dirigenziali a lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza.

E poi, ancora, via libera alla riforma degli onorari dell'Avvocatura generale dello Stato e delle avvocature degli enti pubblici, all'abrogazione dei diritti di rogito del segretario comunale e provinciale e all'abrogazione della ripartizione del provento annuale dei diritti di segreteria.

Non mancano poi misure di chiara spending review, dalla ricognizione degli enti pubblici e unificazione delle banche dati delle società partecipate alla soppressione di enti e uffici. A proposito di quest'ultimo punto, il Consiglio dei Ministri ha stabilito che a decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale e che sarà soppresso il Magistrato delle Acque per le province venete e di Mantova.

Previste inoltre un'unica Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e contro la corruzione, l'unificazione delle Scuole di formazione, limiti nella nomina dei componenti delle Autorità indipendenti, il silenzio assenso negli atti di competenza di diverse amministrazioni statali.

Via libera alla riduzione del diritto annuale dovuto alle Camere di commercio a carico delle imprese: l'importo del diritto annuale a carico delle imprese è ridotto del 50% Semplificazione riguardo la prescrizione dei medicinali per patologie croniche.