(Teleborsa) - Il Presidente dell'Ucraina, Oleksander Turchinov, ha nominato un nuovo comandante delle forze terrestri, a seguito del pesante bilancio delle vittime per gli scontri avuti tra forza governative e separatisti filo russi nelle aree di Sloviansk, Donetsk e Odessa.

Evidentemente lo sviluppo tattico degli scontri si fa complesso e di difficile attuazione, senza che vengano coinvolte le popolazioni civili. Coma già riportato, ieri quattro militari ucraini sono morti negli scontri, ma più pesante è stato il prezzo pagato dai separatisti che, tra russi, ceceni e originari della Crimea hanno lasciato sul terreno oltre trenta vittime.

Il cambiamento del comandante delle forze terrestri si è reso necessario dopo che gli insorti hanno conquistato più di trenta edifici tra emittenti televisive, radiofoniche, stazioni di polizia e altri centri nevralgici dell'amministrazione ucraina in quelle zone. Evidentemente c’è fretta di chiudere la partita prima del voto presidenziale che si terrà il 25 maggio prossimo.

Nel frattempo sul fronte russo, informazioni provenienti dall'interno della Nato, dicono che la Russia sta ammassando un nutrito contingente di circa 40.000 uomini lungo il confine orientale dell'Ucraina con l'intento, sempre secondo fonti alleate, di destabilizzare militarmente l'intera area prima delle elezioni.

Altre manifestazioni violente stanno avvenendo a Odessa, dove fonti occidentali riportano quasi 50 morti e un centinaio di feriti.

Si moltiplicano poi le dichiarazione dei leader di Stato europei, consapevoli della gravità della situazione che, se evolvesse malamente, potrebbe compromettere tutti i complicati equilibri dell'assetto dell'Unione, laddove si notano reazioni diverse a seconda della convenienza e il grado di coinvolgimento, fondamentalmente economico, nel pantano ucraino.

Il presidente francese Hollande, intervistato in merito, ha detto che "dobbiamo fare di tutto per evitare la guerra civile. Si sa quando inizia, ma mai quando finisce".

"La situazione è molto tesa", ha invece dichiarato il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz. "Una conferenza non risolverà il conflitto, ma offre almeno una piattaforma per un canale di comunicazione diretto tra l'Ucraina e la Russia".