(Teleborsa) - Confermato un miglioramento dei conti pubblici italiani a fine 2013. Il rapporto deficit/PIL, secondo i dati ISTAT, si è attestato al 2,8%, in diminuzione rispetto al 2,9% del 2012. Il rapporto sale però in linea con il Patto di stabilità del 3% se si considerano nel computo anche gli oneri relativi alla stipula di contratti di swap, quella particolare categoria di contratti derivati che servono per coprirsi da rischi su cambi o interessi, la cui spesa è balzata a 3,2 miliardi. ed al di sotto del target del 3% fissato dal Patto di stabilità.
Nello stesso periodo, il saldo primario (che esclude gli interessi passivi) è risultato positivo per 16,765 miliardi di euro. L'incidenza dell'avanzo sul Pil è stata del 4,1%, inferiore a quella registrata nel quarto trimestre del 2012. Il saldo corrente è stato positivo per poco più di 5 miliardi di euro , con un'incidenza sul PIL dell'1,2%.
Il calo dello spread è stato provvidenziale poiché la spesa pubblica è scesa dello 0,5%, perlopiù a causa del rallentamento della spesa per interessi, anche se poi la spesa ha registrato una nuova accelerazione nel quarto trimestre.
Nel trimestre, le uscite totali sono diminuite in termini tendenziali del 2,2%, con una incidenza sul PIL del 56,7%, mentre le entrate totali sono diminuite dell'1,4%, con un'incidenza sul PIL del 55,7%.
La pressione fiscale, che nella media dell'intero anno era scesa di 0,2 punti al 43,8%, ha registrato nel quarto trimestre un nuovo aumento al 51,5% (comunque in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente), per effetto delle scadenze tributarie.