(Teleborsa) - La camera ha bocciato con voto segreto i tre emendamenti alla riforma elettorale per la parità di genere. Il primo che stabiliva l’alternanza tra uomo e donna nelle liste elettorali, è stato cancellato con 235 si e 227 si. Un numero che stona con la maggioranza dei voti previsti dal Pd, cioè 293. Con 344 voti contrari e 214 a favore è stato annullato anche l’emendamento che prevedeva una presenza femminile al 50% nei capilista. Secca bocciatura anche per il terzo emendamento, che rendeva liquida la quota rosa tra i capilista, cioè tra il 40% e il 60%.

Nell'Italicum di Renzi e Berlusconi, quindi, non ci sarà la cosiddetta "parità do genere". Il risultato delle votazioni a scrutinio segreto mette lo scompiglio nel PD. "Il gruppo non ha rispettato l'accordo" si sono espresse così le deputate "democratiche" che, in segno di protesta dopo il terzo "no" hanno abbandonato l'aula per ritrovarsi poi negli uffici del PD a Montecitorio.

L'Assemblea è stata poi sospesa e rinviata alle dieci di oggi, per discutere altri emendamenti. L'obiettivo è quello di archiviare la giornata, come era nei propositi di Renzi, con l'esame della riforma prima dell'approvazione finale.

Laconica il commento del Presidente della Camera, Boldrini, "Sono amareggiata, il risultato del voto sulla parità di genere è un'opportunità persa per il Paese e per la democrazia".

Più possibilista al riguardo il Presidente del Consiglio, "se ci saranno le condizioni, al Senato riapriremo la questione", ha detto il premier a margine di una dichiarazione più ampia fatta al termine dei lavori che, in generale, dovrebbero chiudersi oggi. "Se c'è spazio alla Camera si migliora, ma non si può definire questa legge incostituzionale; una legge che nasce con il contributo di partners riottosi e difficili, ma che per adesso tengono unita la maggioranza".

Caustico anche il commento sul voto segreto, "Sarebbe positivo che si limitasse il ricorso al voto segreto e accelerare i tempi. Se qualcuno non vuole votare, sarebbe opportuno che ne spiegasse fuori dall'aula anche il perché."