(Teleborsa) - Sale la tensione in Ucraina, dove si cominciano a contare le prime vittime della rivolta popolare iniziata due mesi fa e inaspritasi giovedì scorso per una contestata legge emanata dal governo.

Secondo fonti, la polizia avrebbe sparato ad un manifestante, uccidendolo, durante le operazioni si smantellamento delle barricate a Kiev. Altri organi di stampa parlano invece di almeno due-tre vittime e migliaia di feriti.

Da giovedì scorso il centro della capitale ucraina è tornato ad essere terreno di scontri in scia al via libera del Presidente Viktor Ianukovich ad un pacchetto di misure che vieta la partecipazioni a manifestazioni di piazza.

Una mossa, questa, vista dal popolo come l'ennesimo "no" dell'Ucraina alla democratizzazione, che va ad aggiungersi alla decisione di governo e presidenza di non avviare un accordo di associazione con l'Unione Europea.

E' proprio lì, che sta il fulcro delle proteste: una larga fetta di cittadini ucraini, sostenuta da molti partiti all'opposizione, vorrebbe che il Paese fosse più europeo e meno dipendente dalla Russia.

Dal canto suo, il Cremlino continua a giocare da protagonista in questa situazione, dal momento che tiene Kiev sotto scacco con minacce economiche.

E così, mentre opposizione e dimostranti chiedono l'intervento di Europa e Stati Uniti, oltre che un dialogo aperto con il Premier ucraino Mikola Azarov (ma a quanto risulta i leader del movimento anti-governativo e pro-Unione Europea continuano ad essere snobbati dal governo), Mosca ribadisce a viva voce che l'Occidente non deve interferire.

In questo caos le vittime sono, ovviamente, i tanti cittadini che stanno sfidando freddo e neve dietro le barricate. Azarov ha avvertito ieri sera che non esiterà ad usare le maniere forti verso chi perpetra "provocazioni e violenze di piazza". Sembra che stia già passando all'azione.