(Teleborsa) - Davos torna ad essere ombelico dell'economia mondiale con una grande novità. Ieri sera si è aperto ufficialmente il 44° summit annuale del World Economic Forum che, per la prima volta da cinque anni a questa parte, non sarà incentrato sulla crisi. Il suo titolo è infatti: "Rimodellare il mondo: conseguenze per società, politica ed economia".
Un grande passo avanti, se si pensa che l'anno scorso gli occhi erano tutti puntati sull'Eurozona e la sua difficile sopravvivenza a bilanci dissestati e rallentamento dell'economia.
Visibilmente emozionato il fondatore e Chairman del WEF, Klaus Schwab, che nel suo discorso di apertura di ieri sera ha promesso di dare più importanza ai "valori umani" (come chiesto anche da Papa Francesco).
Dopo il benvenuto di rito è avvenuta la consegna dei Chrystal Awards, premi conferiti agli artisti che "usano la loro creatività al servizio dell'umanità".
Tre i premiati: l'arcinoto attore Matt Damon per la sua fondazione che fornisce acqua e sistemi idrici alle zone aride del mondo, il tenore Juan Diego Flórez, che ha creato orchestre e cori che aiutano i bambini più vulnerabili, e il regista Shirin Neshat, noto per i suoi lavori incentrati su alcuni importanti tematiche sociali, come le disparità di genere.
Tornando al Forum, che si svolgerà fino al 25 gennaio, in questi giorni si avvicenderanno tra le nevi di Davos 2.500 leader provenienti da circa 100 Paesi, 40 capi di Stato, economisti, manager, artisti e rappresentanti della società civile.
Tra i tanti nomi noti figurano il Premier italiano, Enrico Letta, il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, il Direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, il Premier nipponico, Shinzo Abe e quello britannico, David Cameron.
Ovviamente non mancheranno penne celebri della stampa, e migliaia di giornalisti che cercheranno di carpire segreti e aspettative delle personalità più influenti al mondo.
In agenda stamane una conferenza dall'eloquente titolo "Is Europe Back?" ("L'Europa è tornata?") nella quale si parlerà soprattutto di competitività. Strizzando l'occhio a quanti, solo due anni prima, avevano predetto la disgregazione dell'euro e della sua economia.