(Teleborsa) - Governo a caccia di risorse per coprire l'abolizione dell'IMU sulla prima casa per tutto il 2013, che il Governo ha annunciato la scorsa settimana, indicando come coperture un tagli della spesa pubblica.
L'obiettivo è infatti quello di evitare un aumento dell'IVA a partire da ottobre, anche se si tratta di una corsa disperata e di una grande sfida per il Ministero dell'Economia, anche se avrebbe effetti disastrosi sull'economia.
Secondo quanto dichiarato ieri dal vice Ministro dell'Economia Pier Paolo Baretta, l'aumento dell'IVA non si potrà evitare a lungo, perché mancano almeno 4 miliardi all'appello: 2 miliardi per la seconda rata dell'IMU, 1 miliardi per l'IVA e 1 miliardo per la cassa integrazione e per i fondi dedicati alle missioni all'estero.
In realtà, la lista delle risorse da reperire entro il 2014 si allunga, anche per finanziare un alleggerimento dovuto all'ingresso della service tax (al posto di IMU e TARES) e per consentire la deducibilità IMU alle imprese (1,5 miliardi circa). Il volume dei risparmi necessari a finanziare tutte le iniziative del Governo, dunque, valgono almeno 10 miliardi in due anni, di cui 5 da trovare entro quest'anno ed 1 miliardo da reperire subito con tagli lineari e non ai ministeri.
Una cosa è certa, i tagli alla dotazione dei ministeri non si possono evitare e, come sempre, sarà una scelta difficile capire dove sottrarre risorse. Sono previsti risparmi per 1 miliardi a circa 11 ministeri, che si vedono sottrarre spese di funzionamento per almeno 300 milioni, fatto salvo il settore dell'istruzione, più altri 250 milioni da reperire dal Fondo per l'occupazione.
Previsto anche un taglio alle infrastrutture - come le ferrovie (55 milioni) e la rete gestita da Anas (35 milioni)- oltre alla spending review del sistema di sicurezza (55 milioni stanziati dalla manovra 2008 per l'assunzione di forze dell'ordine, 20 milioni stanziati dalla manovra del 2005 per la guardia di finanza).
Fra i tagli al pubblico impiego si rinvengono altri 50 milioni previsti per il personale della difesa, degli interni, della giustizia e dell'economia.
Vi sono poi una serie di tagli di spese mirati alle singole voci dei ministeri, che portano il totale a 975 milioni.