(Teleborsa) - Tutt'altro che placate le polemiche generate dal pasticcio diplomatico accaduto ieri a Vienna.
Come noto, l'aereo con a bordo il Presidente della Bolivia, Evo Morales, di ritorno da una visita ufficiale in Russia, è stato costretto ad atterrare all'aeroporto di Vienna in quanto Francia, Spagna, Italia e Portogallo gli avevano precluso il passaggio sul proprio spazio aereo. Si temeva che a bordo del velivolo fosse nascosto Edward Snowden, l'ex dipendente della National Security Agency statunitense che ha rivelato al mondo l'esistenza del Datagate.
Morales è stato costretto a passare la notte nella capitale austriaca e solo ieri mattina ha potuto riprendere il volo verso La Paz.
Rientrato in patria, è stato accolto con grande calore dal suo popolo. Molti partner latinoamericani, quali Argentina, Ecuador e Uruguay si sono inoltre stretti attorno al Presidente, manifestando la propria indignazione per quanto subìto in Europa.
La Presidente argentina Cristina de Kirchner ha parlato addirittura di "umiliazione" per tutta l'America Latina mentre l'unione delle Nazioni sudamericane, l'Unasur, ha emesso un comunicato congiunto nel quale viene espressa rabbia per come il fatto abbia messo repentaglio l'incolumità di Morales.
La Bolivia ha addirittura accusato gli Stati Uniti di voler rapire il proprio Presidente.
Insomma, Edward Snowden non solo ha creato scompiglio con le sue rivelazioni sull'abitudine degli 007 americani di spiare sia i cittadini statunitensi che i partner europei, ma rischia anche di acuire le tensioni latenti tra molti Stati.
Ad ogni modo, la Bolivia ha già fatto sapere che rifiuterà la richiesta di estradizione della talpa del Datagate. Che, a quanto risulta, si trova ancora nell'area transito dell'aeroporto di Mosca in attesa che uno dei 21 paesi cui ha fatto domanda di asilo politico accetti di affrontare l'ira funesta del Governo USA.
Il Datagate crea sempre più tensioni. Bolivia indignata per il caso Morales
04 luglio 2013 - 09.40