(Teleborsa) - L'amore per la birra supera le barriere della crisi economica ma non quelle dell'austerity. Ne sa qualcosa SabMiller, che è riuscita a presentare un bilancio più che soddisfacente grazie ai Paesi emergenti, in particolare Africa, Asia Pacifico e America Latina, che hanno più che bilanciato la debole performance del Vecchio Continente, alle prese con severe politiche di tagli alla spesa.
Il secondo produttore di birra al mondo - dopo l'olandese Anheuser-Busch InBev - ha riportato un aumento degli utili del 15% a 1,59 miliardi di dollari, mentre i ricavi hanno segnato un +11% a 17,48 miliardi.
I volumi della bionda bevanda sono saliti del 4%, in linea con le attese degli analisti, dopo il +3% dello scorso anno.
In America Latina la profittabilità ha fatto un balzo del 15% grazie ad un selettivo incremento dei prezzi e al risparmio sui costi. Gli utili in Asia Pacifico hanno segnato un +10%, quelli in Africa un incremento dell'8%.
Quanto all'Europa, l'Ebita ha segnato un crollo del 10% sul quale hanno pesato anche l'aumento delle materie prime e le vendite di drink più economici.
Da rilevare che parte del merito di questa performance semestrale, che pone il produttore della Peroni Nastro Azzurro sullo stesso livello della rivale numero uno, è anche della Foster, il noto marchio australiano acquisito alla fine del 2011.
Quanto al futuro, la società inglese ha messo le mani avanti, avvertendo che anche gli entusiastici consumatori dei Paesi emergenti accuseranno l'indebolimento della congiuntura globale. Nonostante questo, continueranno a tenere alto il nome di Grolsch, Miller Lite, Aguila & Co.